Roma – Stando ai dati dell’ultimo rapporto di sostenibilità del Consorzio nazionale imballaggi – Conai, nel 2023 sono state prodotte 13,9 milioni di tonnellate di rifiuti da imballaggio e 10,4 milioni di tonnellate sono state riciclate, con un tasso di riciclo effettivo del 75,3% (in crescita rispetto al 70,7% del 2022). In particolare sono state risparmiate 11,7 milioni di tonnellate di materiale primario, 50 Terawattora di energia e 10 milioni di tonnellate di emissioni di Co2.
Tra i packaging riciclati spiccano quelli di carta, con 4,6 milioni di tonnellate riciclate (+7,9%) e una percentuale di recupero pari al 92,3% (target Ue del 75% entro la fine del decennio). Ma anche quelli in acciaio, con 428mila tonnellate riciclate (+2,4% rispetto al 2022) e una percentuale di recupero dell’87,8% (il target Ue al 2030 è fissato al 70%), e quelli in alluminio, con 59mila tonnellate riciclate (-1,5%) e una percentuale di recupero del 70,3% (l’obiettivo comunitario è del 50%). L’unico materiale che resta al di sotto dell’obiettivo al 2030 è la plastica. In particolare, sono state riciclate 1 milione di tonnellate di plastica tradizionale (+1,5% rispetto al 2022 e 47,7% del totale) e 44mila tonnellate di bioplastiche compostabili (-1% rispetto al 2022 e 56,9% del totale).
Nel 2023 Conai ha generato un giro d’affari di oltre 3,3 miliardi di euro: 1,3 miliardi provenienti dal Contributo ambientale Conai (Cac) e dai ricavi da vendita dei materiali; 1,7 miliardi dall’impatto indiretto legato all’attivazione delle filiere di fornitura; 346 milioni derivanti dai consumi delle famiglie dei lavoratori e delle aziende fornitrici.
Secondo uno studio The European House – Ambrosetti (Thea), ogni euro di contributo ambientale versato dalle imprese ne genera oltre quattro e mezzo per l’economia.