Milano – Continua il percorso di internazionalizzazione di Fiera Milano. L’ente fieristico – che ha chiuso il 2022 in ripresa con ricavi per 220 milioni di euro, contro i 122 milioni dell’anno precedente – prosegue il proprio piano di espansione all’estero concordato dal Piano Industriale Connect.
Al momento solo l’1% del fatturato è generato oltreconfine, spiega il Sole 24 Ore citando lo studio realizzato da Roland Berger per Aefi. Fiera Milano è già presente in Brasile, dove opera con la controllata Fiera Milano Brasil, e in Sudafrica, dove è invece presente con la società Fiera Milano Exhibitions. In Asia ha invece adottato il modello della cooperazione con altri player del settore.
Tale presenza non è ancora sufficiente e, come spiega Andrea Sozzi, responsabile sviluppo internazionale di Fiera Milano, in cantiere vi è un preciso piano di espansione. “Crescere all’estero è strategico non soltanto per cogliere le opportunità che si creano nei paesi emergenti, ma anche per diversificare il rischio, tema emerso in tutta la sua urgenza durante la pandemia”, spiega il manager al quotidiano di Confindustria.
La crescita, in particolare, si muoverà lungo due diverse direttrici: il consolidamento delle piattaforme internazionali già esistenti, soprattutto sui mercati con grandi potenziali di crescita come Cina e Brasile; e lo sviluppo per linee esterne, dunque tramite partnership e acquisizioni, in altri mercati con rischi di ingresso più elevati come la Penisola Arabica, il Sud Est Asiatico a e l’Africa.
Infine, non manca la possibilità di esportare le proprie eccellenze all’estero con spin off simili. “Perché questo genere di operazioni abbia successo, serve avere dei brand molto forti e strutture operative redicate e consolidate. Dovremo quindi rafforzare le piattaforme che già abbiamo su alcuni mercati e altrove lavorare con altri organizzatori che abbiano asset operativi in grado di supportare i nostri progetti”, conclude Sozzi.