Milano – Dopo un breve periodo di stop hanno ripreso a muoversi le aziende italiane che puntano all’espansione del proprio mercato tramite acquisizioni e fusioni, definite serial acquirer. Secondo quanto riportato da Il Corriere della Sera L’Economia, i prezzi degli accordi viaggiano a un multiplo medio di circa 9-10 volte il margine operativo lordo.

Secondo Eugenio Morpurgo, ad di Fineurop Soditic e presidente della commissione M&A dell’associazione dei fondi di private equity e venture capital, gli investimenti vertono soprattutto nell’energia (30%), nell’alimentare e nei servizi (15%). La maggior parte delle acquisizioni, poi, secondo un’analisi svolta dall’azienda, è avvenuta all’estero (60%) e soprattutto negli Stati Uniti (35%): Seguiti da Grecia (10%) e da GermaniaBelgio e Francia (tutti al 5%).

“Il numero dei serial acquirer italiani è in aumento e il 2023 conferma la tendenza, soprattutto per energia e servizi”, ha dichiarato al giornale Morpurgo. “La tendenza al consolidamento è più forte. Le aziende piccole e medie sono più propense di tre anni fa a vendere, dopo la crisi del Covid, dell’energia, delle materie prime, della logistica. E c’è tanta liquidità. I venditori possono essere fondi o famiglie, in ogni caso si tende a cedere l’intera azienda. Non ci sono in Italia grandi spezzatini”.