Cinisello Balsamo (Mi) – Nel 2024 l’industria italiana costruttrice di beni strumentali ha registrato un calo di tutti i principali indicatori economici. Il 2025 dovrebbe mostrare segni di ripresa, ma con risultati decisamente inferiori a quelli registrati nel 2023. È questa la previsione formulata dal Gruppo Statistiche Federmacchine, la federazione delle imprese costruttrici di beni strumentali.
Nel 2024, secondo le stime, il fatturato dell’industria italiana di settore si fermerà a 52.207 milioni di euro, il 7,8% in meno rispetto al 2023. L’export dovrebbe calare a 36.213 milioni (-3,9%), le consegne sul mercato interno si stima scendano a 15.994 milioni, -15,5% rispetto all’anno precedente, penalizzate dalla drastica riduzione del consumo domestico di macchinari (-17,4%, 25.239 milioni).
Secondo le previsioni, il 2025 tornerà di segno positivo, con un fatturato che crescerà a 53.255 milioni di euro, per un incremento del 2% rispetto al dato del 2024. Stazionario l’export, a 36.456 milioni (+0,7%). Le consegne dei costruttori italiani registreranno una crescita del 5% a 16.799 milioni, trainate dalla ripresa del consumo domestico (+4,3%, a 26.327 milioni).
“Dopo gli anni di grande espansione, l’industria italiana costruttrice di beni strumentali si è trovata a fare i conti con una condizione di contesto profondamente differente”, il commento del presidente di Federmacchine, Bruno Bettelli. “L’instabilità geopolitica, da un lato, e la debolezza della domanda interna, dall’altro, hanno inciso profondamente sui nostri risultati”. Il merito al mercato nazionale, ha aggiungo Bettelli, l’auspicio è che il perfezionamento di Transizione 5.0 rivitalizzi la domanda: “L’industria manifatturiera italiana ha necessità di innovare e l’innovazione passa, anzitutto, attraverso gli investimenti in nuovi macchinari di produzione. Per questo è fondamentale pensare già al dopo Transizione 4.0-5.0 che di fatto si concludono con la fine del 2025”.