In questa intervista esclusiva, il presidente dell’Associazione distribuzione moderna spiega il motivo del successo crescente della Marca del distributore.

Le referenze a Marchio del distributore registrano un successo sempre maggiore. Anzitutto per il buon rapporto qualità/prezzo che riescono a offrire. Un dato che, secondo Mauro Lusetti (Presidente Adm – Associazione distribuzione moderna), è il principale fattore di traino del comparto. Il consumatore, infatti, si rivolge ai prodotti a marchio delle insegne della distribuzione anche per contrastare l’inflazione. Senza rinunciare, però, a mettere nel carrello prodotti in grado di garantire un certo livello qualitativo. L’Mdd sembra rispondere proprio a questa esigenza. Tuttavia i numeri del mercato italiano sono ancora al di sotto della media europea. A conferma che, per il prossimo futuro, il margine di crescita per la Marca del distributore è ancora importante.

Quali sono gli ultimi dati sulla Mdd in Italia?

La Marca del distributore, nel 2023, è mediamente cresciuta in tutte le catene che fanno riferimento ad Adm. Perché è cresciuta? Semplice, è stata individuata dal consumatore come un tipo di prodotto che gli ha consentito di difendersi dall’aumento delle tasse e dall’inflazione. Ci sono dunque dei dati positivi, che si riscontrano anche in Marca by BolognaFiere. Si registra infatti, ad oggi, una crescita importante del numero di espositori, così come delle dimensioni medie degli stand che sono presenti oggi in fiera.

Quali differenze rispetto agli altri Paesi Ue?

Rispetto ai Paesi europei siamo ancora molto indietro: la media nazionale della quota Mdd sulle vendite è intorno al 22-23%. C’è molto spazio per lavorare e crescere in questa direzione.

Come sta performando la Mdd rispetto alla marca industriale?

Il 2023 ci dice che la Mdd è cresciuta sia in quantità sia a valore. La marca industriale è calata di due punti percentuali in quantità. Questo dovrebbe far riflettere il mondo dell’industria.

Cosa cerca dunque il consumatore nella Mdd?

Un equilibrio tra qualità e prezzo che normalmente non ritrova nella marca industriale. Se si presta attenzione a questo aspetto, e si presenta il prodotto nelle giuste modalità, si possono ottenere risultati davvero importanti. I tassi di crescita che stiamo registrando in questi ultimi anni per la Mdd stanno a testimoniare un apprezzamento crescente per questo tipo di offerta.

In che modo il settore della distribuzione sta affrontando, in generale, il problema dell’inflazione?

Si tratta di un problema che va affrontato a 360 gradi. Uno strumento essenziale è sicuramente, come sottolineavo in precedenza, il prodotto a Marchio del distributore, che permette di impostare un rapporto virtuoso con la filiera e con i produttori. Altro strumento importante è l’efficientamento della produzione. La distribuzione e l’industria italiana soffrono di nanismo. C’è una necessità importante di creare aggregazioni e di fare cooperazione. In questo modo diventa possibile razionalizzare i processi ed efficientare un sistema che a volte risulta farraginoso e dispersivo. Terzo elemento su cui lavorare è la relazione con il mondo industriale. Occorre che ci sia trasparenza sui costi della filiera. Sia per chi produce, per chi trasforma e per chi distribuisce.

Quali potrebbero essere i trend che influenzeranno il comparto?

Sicuramente tutto quel che riguarda la salubrità dei prodotti. Il consumatore ha bisogno di sostentarsi, certo, ma nell’esperienza di acquisto delle referenze alimentari ricerca anche altro: benessere, salute, appagamento. Nei nostri assortimenti lo spazio dedicato ai prodotti Bio si sta riducendo, perché i concetti di salute e benessere non sono più riferiti solamente al biologico ma più in generale a quei prodotti che offrono – anche da un punto di vista organolettico – motivi per essere considerati più salutari.

Leggi l’intervista integrale sul primo numero di Marca Daily