Albiate (Mb) – ‘Le ossa dei Caprotti. Una storia italiana’. Questo il titolo del libro di Giuseppe Caprotti, figlio di Bernardo, appena pubblicato con Feltrinelli. Il volume, basato su numerosi documenti inediti, è stato presentato ad Albiate (Monza e Brianza), e nel corso dell’evento l’autore ha ricordato numerosi episodi della sua storia familiare, che si intreccia con i principali avvenimenti della storia recente, sia italiana che internazionale. Tra le novità, il fatto che Bernardo Caprotti non sia stato l’artefice della nascita di Esselunga, da cui Giuseppe è stato allontanato nel 2004. L’azienda, secondo la versione di Caprotti jr, sarebbe stata fondata da un gruppo di manager americani con in testa Nelson Rockefeller, consigliato a sua volta da James Hugh Angleton, all’epoca presidente della Camera di commercio in Italia e padre dell’agente segreto James Jesus Angleton. Poi Bernardo ha contribuito alla forte crescita di Esselunga, ma solo in un secondo momento, dal 1965.
Questa storia è stata riferita a Caprotti da Marco Brunelli, uno dei primi soci di Esselunga e patron di Finiper. “Brunelli mi ha raccontato che Angleton padre gli aveva rivelato l’idea di Nelson Rockfeller di studiare l’apertura di una catena di supermercati in Italia”, spiega l’autore del libro a MilanoToday. “Quando nel 1957 l’avventura con Rockefeller ebbe inizio, [Brunelli, ndr] si ritrovò al fianco di due personaggi di primissimo piano come i fratelli Mario e Vittorio Crespi, all’epoca editori del Corriere della Sera. Riuscì a coinvolgere nella cordata che entrò in società con gli americani anche l’amico Guido Caprotti che si portò dietro il fratello Bernardo“. L’obiettivo dell’operazione, come peraltro avveniva su altri fronti come il cinema, era quello di proporre un’idea di Occidente a trazione americana, da contrapporre alle sirene di Mosca: non dimentichiamo che si era in piena Guerra Fredda e l’Italia era attraversata dalla cortina di ferro.
Un libro di ampio respiro, quello di Giuseppe Caprotti, in cui ci sono anche aneddoti curiosi come il fatto che un Natale, Bernardo “mette sul giradischi un vinile ma, invece dei cori natalizi, in salotto risuonano per tutta la sera i discorsi di Benito Mussolini. In lui non c’è alcuna nostalgia fascista, per Bernardo il Duce era un perdente, un incapace che aveva trascinato l’Italia nella tragedia. Ma il suo desiderio di provocare non si assopisce mai. In quell’occasione il pretesto è apprezzare l’oratoria di Mussolini, da ‘spezzeremo le reni alla Grecia’ a ‘il Mediterraneo che non è un oceano'”. Il tutto in un libro pubblicato da Feltrinelli, casa editrice fondata da Giangiacomo Feltrinelli, ex partigiano che negli anni ’60 si augurava la creazione di un “esercito internazionale del proletariato” ispirato a quello del Vietnam. E che morì nel 1972 cercando di piazzare una bomba su un traliccio dell’alta tensione a Segrate (Milano) per sabotare il congresso del Pci, da lui ritenuto troppo moderato. Chissà cosa direbbe Bernardo…