Di Luigi Rubinelli
Ieri abbiamo pubblicato i dati di fonte NIQ sul calo dei volumi registrato dall’Industria di marca nei primi sei mesi del 2023 (leggi qui).
Aggiungiamo allora altri dati, questa volta di fonte Circana (ex Iri) che mostrano l’andamento dell’aumento a valore delle vendite dell’Industria di marca e, in parallelo, l’andamento delle vendite in volume, come detto più volte, in gran parte in negativo.
I dati di Circana ci permettono di vedere anche l’andamento delle vendite nella Gdo delle referenze Marca del distributore, Mdd, in relazione al peso delle marche industriali.
Come si vede stanno crescendo sia il mainstream sia i primi prezzi per la ricerca da parte del consumatore di maggior convenienza.
È da rilevare anche un aumento delle attività promozionali.
Riproponiamo allora alcune osservazioni e domande già espresse nell’articolo di ieri sul calo dei volumi dell’Industria di marca.
Che fare?
Noi di mestiere facciamo i giornalisti e non i ricercatori o i sondaggisti o i politici.
Visto però i dati del primo semestre 2023 il Ministro Adolfo Urso anziché cercare scorciatoie inutili con il bollino tricolore anti inflazione, non farebbe bene a indire un tavolo di tutta la filiera del largo consumo e mettersi a ragionare seriamente su quanto sta accadendo e avvicinare soprattutto le divergenze, strategiche e operative, fra i due poli maggiori, Gdo e Idm?
La posizione di Federdistribuzione e di Centromarca
Questa la posizione di Federdistribuzione:
“Abbiamo auspicato sin da subito la partecipazione del mondo della produzione industriale al progetto di contrasto all’inflazione e vediamo quindi con favore il cambio di rotta, seppur tardivo, rispetto alla posizione iniziale di chiusura. Il settore della Distribuzione Moderna, consapevole delle difficoltà che milioni di persone si sono trovate ad affrontare con la crescita dell’inflazione, ha dato sin dalla fase iniziale la propria disponibilità all’intesa con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Già da diciotto mesi, infatti, le aziende distributive si stanno dedicando incessantemente a tutelare il potere di acquisto degli italiani, anche attraverso uno sforzo economico che ha messo sotto forte pressione la loro stessa redditività. Come settore, daremo continuità a questo impegno nell’offrire opportunità di convenienza e risparmio alle famiglie, attraverso le varie attività che saranno individuate da ciascuna impresa. Ci auguriamo che l’apertura da parte dell’industria di produzione possa portare a effetti concreti. In particolare, con una riduzione, ove possibile, dei prezzi dei listini dei loro prodotti, attraverso l’interlocuzione libera e diretta che spetta alle singole imprese dell’industria e della distribuzione. Intervento che nel medio termine può certamente essere un elemento tangibile di contrasto all’inflazione”, ha commentato Carlo Alberto Buttarelli, Presidente di Federdistribuzione.
La posizione di Centromarca è nella stessa direzione.
Come si vede siamo nel campo delle buone intenzioni per arrivare al bollino tricolore, passateci la battuta: siamo nel puro volontariato, come se fino ad ora industria e distribuzione non fossero state capaci di fare promozioni.
Aspettiamo un tavolo strutturale con tutti gli attori della filiera, organizzazioni dei consumatori compresi. I numeri della tabella sopra, il crollo delle vendite a volume, sono impietosi e un serio pericolo per l’industria e per la distribuzione e per diversi punti del Pil. Meritano una risposta vera e strutturale.
Non dovrebbe essere difficile, qual è il vostro parere?