Verona – Il gruppo Veronafiere è tornato a performare a livelli pre pandemia per volume delle attività, presenza alle manifestazioni e fatturato. Il Gruppo ha chiuso il 2022 con 107,7 milioni di euro di ricavi, crescendo di +2,1% rispetto al 2019. A riportare i dati un articolo de Il Sole 24 Ore. “Il ritorno al fatturato pre Covid ci consente di continuare a creare valore”, evidenzia al quotidiano Federico Bricolo, presidente di Veronafiere. “Non soltanto per i settori economici rappresentati dalle rassegne in portafoglio diretto, ma anche per il territorio regionale e per la stessa città di Verona”.
La capogruppo Veronafiere, invece, ha chiuso il 2022 con un fatturato di 80,7 milioni di euro grazie a un calendario fieristico composto da 49 fiere ed eventi, di cui 35 in Italia e 14 all’estero. Calcolando anche una presenza di 750mila operatori e 11mila espositori su una superficie netta venduta di 588mila metri quadri. Risultati positivi anche per il settore congressuale. Ripartito con 49 appuntamenti per 28mila presenze (considerando anche gli eventi infra-manifestazioni si arriva a 250 appuntamenti per 41mila presenze).
Forti dei risultati raggiunti, quindi, i vertici del gruppo sono al lavoro per stilare il Piano industriale 2024-2026 da presentare entro la fine dell’anno in corso. Uno dei punti focali del piano sarà l’internazionalizzazione. “In questi anni abbiamo lavorato anche per creare un’organizzazione nuova, adatta alle sfide del futuro, che sono tante”, conclude al quotidiano Maurizio Danese, Ad della società fieristica. “A cominciare dalla necessità di rafforzare la nostra presenza all’estero, anche in sinergia e partnership con altri player italiani del settore. L’internazionalizzazione è l’asset più importante per fare sviluppo”. Atteso, per il 2023, anche una crescita dei ricavi superiore al 10%.