Di Luigi Rubinelli

All’ultimo convegno di NielsenIQ/Linkontro in Sardegna Giorgio Garosci, editor di Largo Consumo, mi ha ricordato l’intervista a Silvio Berlusconi, pubblicata su Largo Consumo.

Ho conosciuto Silvio Berlusconi direttamente nel 1988, alla fine di un’assemblea di bilancio del Gruppo Standa, società che aveva appena acquistato. Era tardi, verso le 21, e Berlusconi venne in sala stampa e si meravigliò che non ci fossero più giornalisti. “E’ perché abbiamo fatto tardi? Lei è l’unico rimasto?”. Assentii e volle che mi presentassi, gli spiegai il mio ruolo e quello di Largo Consumo. “Venga che beviamo qualcosa insieme”. Il buffet era stracolmo di cose buone. Dopo qualche battuta di circostanza mi disse: “Cosa ne pensa di Standa, visto che lei è un giornalista specializzato?”.

Devo fare una premessa prima di raccontare cosa risposi. In Standa non ero molto amato, scrissi un paio di volte che nella Standa/Magazzino a prezzo unico, le commesse ‘sciabattavano’, cioè trascinavano le ciabatte sul pavimento. Molte erano persone anziane, ma l’effetto su chi comprava non era eccellente.

La domanda quindi mi colse di sorpresa e mentre mangiavamo un sandwich presi tempo per dire: “E’ l’insegna più conosciuta in Italia, è presente dalla Val d’Aosta alla Sicilia. Avrebbe però bisogno di una ristrutturazione profonda”. Berlusconi mi guardò perplesso, ma non rispose. Nel frattempo arrivarono gli addetti alle pubbliche relazioni che sentirono il mio giudizio e sorrisero  un po’ amaramente. Ma d’altronde Berlusconi me lo chiese e io risposi. Mi salutò cordialmente e se ne andò.

Purtroppo la Standa non andò per nulla bene e successivamente fu divisa e venduta, forse anche a causa del connubio con le televisioni commerciali di Fininvest che la disegnavano per quel che non era.