Nuove aperture, acquisizioni, investimenti. Lo sviluppo di Acqua & Sapone raccontato dal direttore commerciale e marketing di Bubbles BidCo, socio di maggioranza del Consorzio.

Di Irene Galimberti

La storia dell’attuale primo player in Italia nel canale drugstore ha inizio nel 1976, quando Enio Barbarossa decide di intraprendere da zero una propria attività. A raccontarla è il figlio Nando – sposato, con due figli piccoli – che oggi ha raccolto il testimone dal fondatore e continua a pensare in grande.

Qual è la storia di Cesar?

Dopo l’avvio dell’attività, nel 1976, in poco tempo mio padre Enio crea con i suoi tre fratelli un’azienda familiare, la Cesar appunto, che si occupa di ingrosso di prodotti cura casa e persona. Segue l’affiliazione di alcuni negozi tra Abruzzo, Marche e Molise; finché, nel 1989, viene inaugurato il primo negozio a Montenero di Bisaccia (Cb). Nel 1991 nasce il Consorzio Cedas, oggi Acqua&Sapone, costituito insieme ad altri sette soci, distribuiti su diverse aree della penisola. Al 2002 risale l’ingresso nella centrale Esd Italia e l’anno successivo, con la pubblicazione dei dati Nielsen e Iri sui nostri punti vendita, abbiamo segnato la storia del canale drugstore in Italia. Il primo negozio nel Nord Italia è stato invece inaugurato a Pioltello nel 2007. Tre anni dopo le prime campagne pubblicitarie della catena in televisione, il resto è storia almeno fino alla fine del 2021, anno dell’accordo con Hig Capital.

Prima di parlare di questa svolta, ci racconti anche la tua storia in Cesar?

Fin da piccolo l’azienda ha fatto parte del mio mondo e sono cresciuto con lei, ricoprendo già da ragazzo ruoli molto diversi: magazzino, vendite all’ingrosso, punti vendita, direttore acquisti, per approdare infine alla direzione commerciale, di cui mi occupo da 20 anni.

Fino all’accordo con Hig Capital. Qual è il motivo di questa scelta?

Stiamo portando avanti un progetto industriale che punta al potenziamento del nostro brand Acqua&Sapone e il fondo si è dimostrato il miglior partner per raggiungere questo obiettivo. Per questo abbiamo costituito insieme la Bubbles BidCo, holding partecipata dal fondo americano Hig Capital e dalla nostra famiglia, che ad oggi rappresenta l’85% del fatturato Acqua&Sapone e il 63% delle quote del Consorzio, dal momento che sono stati acquisiti in totale cinque degli otto soci: nel 2021 Cesar, Sda, Quamar e Vdm; nel 2022 anche Reale Commerciale. Non solo, nel 2023 abbiamo anche acquisito la società Quattro, che opera in Sardegna con l’insegna Saponi&Profumi.

Quali sono le strategie previste per crescere?

Intanto l’apertura di nuovi punti vendita, tra le 45 e le 50 per il 2023. Ma ci tengo a precisare che lo scorso anno la nostra crescita a parità di rete è stata maggiore di quella del mercato. Non solo grazie all’inflazione, ma anche in termini di volumi. Bubbles continuerà inoltre a investire in innovazione e infrastrutture. Per gestire al meglio le necessità del Nord Italia (oltre 200 negozi che pesano più del 30% del giro d’affari) da fine giugno diventerà operativo il nuovo Centro Distributivo a Vidigulfo, in provincia di Pavia. 35mila mq per incrementare efficacia ed efficienza della catena distributiva, riducendo l’impatto ambientale, e per offrire tempestivamente tutti i prodotti delle nostre offerte.

Un’efficienza potenziata anche dalla nuova piattaforma Enterprise Resource Planning, giusto?

Questo sistema vuole costituire la base tecnologica per una strategia di multicanalità, che prevede un nuovo e-commerce, l’apertura di negozi nei centri città e la possibilità futura di nuovi servizi per il cliente (come, ad esempio, ritirare gli acquisti in negozio). Ma non solo. Ci aiuterà a integrare i metodi di lavoro dei cinque soci e, con lo sviluppo della gestione dati, ci permetterà anche di implementare nuovi progetti speciali e una strategia di loyalty ben strutturata.

Come intendete differenziarvi dai competitor?

Stiamo lavorando su due fronti. A monte ci distingue il legame con i fornitori, caratterizzato da una grande collaborazione e disponibilità al dialogo, oltre che dalla condivisione dei dati e del nostro piano marketing, dalla velocità decisionale e d’inserimento di nuovi prodotti, e dalla possibilità di effettuare test su prodotti esclusivi. A valle c’è il lavoro sui negozi e l’offerta: formazione del personale; piacevolezza dell’ambiente nel punto vendita; progetti di category in collaborazione con l’industria; assortimento distintivo (abbiamo un 10% in più di referenze rispetto alla media drug).

Cos’altro prevede il piano strategico per il 2023?

L’obiettivo è di crescere di oltre il 15% e raggiungere un fatturato netto pari a 1,1 miliardi di euro. Non escludiamo la possibilità di valutare nuove operazioni di M&A.

Sulle quali sicuramente ci sarà gran riserbo…

Indovinato!

LA VERSIONE INTEGRALE DELL’INTERVISTA SARA’ PUBBLICATA SUL PROSSIMO NUMERO DI b2B beautyToBusiness