Pozzilli (Cp) – Servono risposte per la Unilever di Pozzilli. A fine marzo Antonio Martone, segretario provinciale Cisal, ha inviato una lettera aperta al presidente della Regione Molise, Donato Toma. “[…] è necessario capire dove ci troviamo in questo momento e come la Regione sta supportando il processo di riconversione. […] Dalle riunioni con l’azienda sappiamo che dal 15 dicembre 2022 Invitalia ha riaperto la procedura”. La domanda di Martone è quindi se Invitalia abbia chiesto il parere alla Regione, se ci sia un interesse a partecipare con una quota regionale. Il segretario ricorda anche che al momento si registra un ritardo di circa 10 mesi rispetto al programma iniziale. Inoltre, aggiunge: “Il nuovo processo produttivo non potrà partire prima di 18/20 mesi dalla firma di Invitalia, che pensavamo avvenisse entro il 31 marzo, come preannunciato e auspicato dai dirigenti della Unilever”.

Di tutta risposta, la capogruppo PD in Consiglio regionale, Micaela Fanelli, ha spiegato in una nota che sulla vicenda è stata avanzata un’interrogazione al ministro delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, da parte del senatore del Pd, Daniele Manca. “Si chiedono risposte urgenti su una questione da cui dipende il futuro di una realtà imprenditoriale, di tutto il suo indotto e, soprattutto, quello di tante famiglie molisane”. Nonostante la mozione unanime che impegnava la Giunta regionale a occuparsi della riconversione, infatti, ad oggi nessun parere è stato rilasciato sull’investimento. Il Governo dovrà rispondere e spiegare quali iniziative si intendono adottare per la rapida attuazione dell’Accordo di Sviluppo Invitalia.

Nel frattempo, si apprende da rainews.it Tgr Molise, che la firma di Invitalia per il via libera al progetto di riconversione dovrebbe arrivare entro la metà di aprile. Sarà infatti necessario sbloccare le risorse previste dall’accordo di sviluppo, per portare a termine gli interventi agli impianti e avviare la formazione del personale, che al momento conta 65 operai ex Unilever rimasti (gli altri hanno ottenuto il prepensionamento). I piani prevedono l’integrazione di altre 25 unità, mentre a pieno regime si dovrebbe arrivare a 120 addetti, con possibili ricadute positive anche su indotto. Il rischio è però che non si torni a lavorare nella nuova azienda, la P2p, prima dell’autunno 2024.