Di Giulio Rubinelli

La crisi energetica ha messo in ginocchio famiglie e aziende italiane. Il rincaro delle bollette non ha risparmiato neppure i bilanci delle imprese della Grande distribuzione organizzata, assoggettate al funzionamento continuo di celle e banchi refrigerati. Le prospettive per il prossimo anno rimangono nere: a incidere di più è e sarà la componente energia, la Gdo cercherà di fronteggiare gli aumenti con delle misure che possano ridurre i consumi, ma è atteso l’intervento delle istituzioni. Il vertiginoso aumento dei prezzi energetici, figlio dell’esplosione della guerra in Ucraina, ha generato un enorme impatto sulla quotidianità dei cittadini e su quella delle aziende che di giorno in giorno vedono un aumento dei costi in bolletta. Tra le imprese che subiscono maggiormente l’effetto della corsa dei prezzi energetici vi sono quelle del settore terziario e tra queste quelle del commercio al dettaglio.

L’inflazione e l’inarrestabile corsa dei prezzi energetici si sta abbattendo come uno tsunami sui bilanci delle aziende della Gdo che se fino al 2021 avevano registrato un’incidenza dei costi energetici sul fatturato del 2,2%, nel 2022 si stima che questa percentuale raggiungerà il 4,7%, con la previsione per il prossimo anno di salire ulteriormente al 5,2%. Ad impattare maggiormente sui costi energetici delle attività della Grande distribuzione sarà proprio il prezzo della materia prima, determinando una inversione di tendenza. Si stima infatti che nel 2023 la componente energetica arriverà a pesare per il 92% del costo energetico totalerispetto al 37% del 2019 quando la quota maggiore della spesa (63%) derivava dagli oneri di sistema, per la gestione e il trasporto.

Lo scenario dell’aumento dei prezzi energetici è preoccupante e mette a rischio le imprese e i posti di lavoro. Le attività della Gdo che già da tempo si impegnano in materia di risparmio e sostenibilità, basti pensare agli impianti ad energia rinnovabile e all’istallazione dell’illuminazione a led, continueranno ad attivarsi per cercare di contenere i consumi energetici. Probabilmente però si tratterà di interventi con un impatto in bolletta piuttosto limitato, in parte perché alcune innovazioni non possono essere realizzate nel breve periodo e in parte poiché una fetta centrale dei consumi sono intoccabili e tra questi l’accensione continua di celle e banchi refrigerati, essenziali per la conservazione dei prodotti. Si stima infatti che piccole variazioni quotidiane genererebbero effetti modesti: –2,5% il risparmio totale dei consumi giornalieri se i punti di vendita riducessero di un’ora l’orario di apertura, -1,5% la riduzione dei costi energetici se venisse impostato un grado di temperatura in meno all’interno delle singole attività della Gdo. La grande distribuzione organizzata potrà continuare ad apportare alcune modifiche alla propria quotidianità ma per riuscire a sostenere il settore è necessario il contributo delle istituzioni perché possano intervenire con misure eccezionali in grado di sostenere le imprese in una congiuntura inaspettata quanto travolgente.

Fonte: italiani.coop