Limito di Pioltello (Mi) – “Industria di marca e grande distribuzione si muovono sullo stesso terreno: salvaguardare le produzioni made in Italy e accompagnare il consumatore attraverso una fase complessa“, spiega al Corriere della Sera Gabriele Villa, direttore generale di Esselunga, commentando il complesso scenario di mercato segnato dall’inflazione. L’insegna ha registrato nei primi sei mesi del 2022 un margine operativo lordo di 214,6 milioni, in contrazione rispetto ai 427,1 milioni. Questo non ha però inciso sugli investimenti: 151,9 milioni.

“E’ indispensabile aprire un tavolo con l’industria di marca perché l’obiettivo è comune: non far perdere quote di mercato ai nostri prodotti perché in momenti del genere il consumatore tende a ridurre la quantità della sua spesa. I clienti possono tagliare solo questi costi perché sull’energia, vero motore dell’impennata inflazionistica, non possono intervenire”, prosegue Villa.

“Il totale dell’inflazione riversata sul nostro carrello della spesa, sull’anno, è inferiore di un paio di punti rispetto al dato complessivo dell’alimentare”, sottolinea il direttore generale in riferimento ai prezzi bloccati su un paniere di 450 articoli a marchio Smart. “Abbiamo puntato su questi prodotti di buona qualità, realizzati da oltre 400 fornitori, che coprono tutte le categorie alimentari e che si estendono ai prodotti per la cura della persona e della casa e hanno i prezzi più bassi sul mercato. Sulle grandi marche abbiamo assorbito parzialmente i rincari, tra i quattro e cinque punti in meno rispetto all’inflazione ricevuta all’acquisto”. Conclude Villa: “Non si possono passare aumenti in questo momento, siamo convinti che seduti attorno a un tavolo le distanze tra industria e distribuzione si possano accorciare. Il rischio è allontanare i clienti, anche dall’industria che è il fiore all’occhiello dell’Italia”.