Roma – Cristian Camisa, neopresidente di Confapi (confederazione piccola e media industria privata, che vanta 116mila imprese e 1,2 milioni di addetti), fotografa lo stato dell’arte delle Pmi italiane in un’intervista all’Economia del Corriere.

“In epoca Covid e dopo, con lo scoppio della guerra, la piccola e media industria ha dimostrato grande flessibilità e straordinaria capacità di resilienza. Ha avuto la migliore performance post Covid”, spiega. Camisa chiede però una maggiore attenzione da parte del governo, che “spesso privilegia la grande industriaMa l’Italia non è questa. Non è quello il motore del Paese. Noi durante la pandemia non abbiamo delocalizzato, abbiamo lottato e mantenuto gli occupati, cui ci lega un rapporto che va al di là del lavoro. Siamo delle comunità”.

Tra i provvedimenti criticati dal presidente c’è la cessione di quantità di energia elettrica a prezzo calmierato: “Per raggiungere la soglia dei consumi annui minimi necessari per accedere alla procedura le Pmi si stanno consorziando in tempi brevissimi. Basterebbe abbassare un po’ quella soglia per risolvere parte del problema”. Inoltre, Camisa sottolinea: “Va rivalutato, a partire dalle scuole, il modello dell’imprenditore. Si è sempre osannata la figura del manager ma è l’imprenditore quello che rischia“.

In merito poi ai fringe benefit per i dipendenti, il presidente nota che la misura “sta andando bene”. Si potrebbe aggiungere “la decontribuzione e la detassazione degli straordinari”, utilizzando risorse provenienti dalla “revisione del reddito di cittadinanza”.