Bruxelles (Belgio) – Con 525 voti favorevoli, 60 contrari e 28 astensioni, il Parlamento europeo ha votato a favore della Corporate Sustainabilty Reporting Directive (Csrd). La direttiva, proposta dalla Commissione europea nell’aprile 2021, obbliga le grandi imprese europee a rendere pubblici, con frequenza regolare, i dati relativi al loro impatto ambientale e sociale.

L’obiettivo è contrastare il greenwashing, vale a dire la strategia di comunicazione volta a promuovere le iniziative aziendali o i prodotti come ecosostenibili anche se non lo sono. La direttiva Ue, inoltre, intende rafforzare l’economia sociale del Vecchio continente, gettando le basi per standard di trasparenza sulla sostenibilità a livello mondiale.

Alle imprese verrà così richiesto di comunicare in modo trasparente il proprio impatto sul pianeta, sui diritti umani e sugli standard sociali, sulla base di alcuni criteri comuni in linea con gli obiettivi climatici dell’Ue. Per dimostrare la veridicità delle informazioni fornite, le aziende saranno soggette a controlli e certificazioni indipendenti. Inoltre, dovranno garantire l’accesso digitale ai propri dati sulla sostenibilità.

La rendicontazione sostenibile, che sarà così equiparata a quella finanziaria, non toccherà solamente le multinazionali. A essere coinvolte saranno tutte le grandi imprese, quotate e non. Comprese le aziende straniere che fatturano più di 150 milioni di euro nell’Ue. E le Pmi quotate in Borsa, che avranno però più tempo per adattarsi alle regole.

La rendicontazione sostenibile entrerà in vigore:

  • Dal 1° gennaio 2024 per le grandi imprese di interesse pubblico (con più di 500 dipendenti), che dovranno pubblicare i dati richiesti nel 2025.
  • Dal 1° gennaio 2025 per le grandi imprese non ancora soggette alla precedente direttiva sulla rendicontazione non sostenibile, con più di 250 dipendenti e/o 40 milioni di euro e/o 20 milioni di euro di attività totali. I dati dovranno essere comunicati nel 2026.
  • Dal 1° gennaio 2026 per le Pmi e le altre imprese quotate, con scadenza nel 2027. Le Pmi, tuttavia, potranno decidere di non partecipare fino al 2028.

Con le nuove direttive saranno circa 50mila le aziende Ue a condividere informazioni circa il proprio impatto sostenibile. A fronte delle 11.700 attualmente coperte dalle norme attuali. Il Consiglio europeo dovrebbe adottare la proposta il prossimo 28 novembre, che sarà poi pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea. La direttiva entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione.