Roma – Muore mentre lavora per Glovo (la startup spagnola di fast delivery) e viene licenziato dal sistema dell’azienda per non aver effettuato una consegna che gli era stata affidata. È quanto avvenuto nei giorni scorsi a un giovane rider di 26 anni di Firenze, Sebastian Galassi. Stava effettuando una consegna quando, in un incidente, perde la vita. Il giorno successivo Glovo gli manda una mail avvisandolo che il suo account è stato disattivato per il ‘mancato rispetto dei termini e condizioni’. Facendo scattare in automatico il licenziamento. Come è possibile? “Non abbiamo licenziato il giovane deceduto. Per errore è stato mandato un messaggio standard”, spiega Mario Castagna, responsabile delle relazioni esterne di Glovo al quotidiano La Repubblica, scusandosi con la famiglia. “L’account di Sebastian è stato sospeso in maniera preventiva per proteggerlo: volevamo evitare che altri lo usassero in modo fraudolento utilizzando il suo cellulare. Lo abbiamo bloccato il lunedì, nessun automatismo. Non è legato in alcun modo a una mancata consegna. […] Non esiste un’equazione tra mancata consegna e licenziamento, nessun algoritmo blocca i rider”. E sull’accusa che i rider sono costretti a correre per poter guadagnare, mettendo a rischio la propria vita, Castagna risponde: “Non c’è nessun algoritmo che chiede di correre. Il pagamento tiene conto del tempo necessario per la consegna”.