Di Luigi Rubinelli

Fare un festival sul Pianeta Terra può sembrare un’idea bizzarra, mentre tutte le comunità parlano di costi dell’energia in aumento verticale, di una guerra che non ha limiti e della quale non si vede la fine, di consumi che arretrano.

Eppure tanto bizzarra l’idea non è. Dice il direttore del Festival Stefano Mancuso: “Bisogna difendere ogni singola specie vivente se vogliamo che la nostra vita possa sopravvivere”. Ecco, il presupposto dal quale sono partiti l’editore Laterza e la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca (che l’hanno organizzata insieme a vari sponsor, fra i quali la Sofidel e il suo cocciuto amministratore delegato Luigi Lazzareschi, che della difesa dell’ambiente è il portabandiera della sua categoria, la carta) è sicuramente lo stato di salute dell’ambiente ma anche, contemporaneamente, la festa della vita, dell’uomo in primis che cerca di adattarsi a un cambiamento che ha prodotto e forse non voluto e di tutte le specie viventi, a cominciare dagli alberi e dalle loro funzioni, materia scientifica nella quale Stefano Mancuso eccelle. Da vedere la sua Fabbrica dell’aria nella Coop di Ponte a Greve (Fi).

Mancuso, nell’accettare questo incarico, è partito da un articolo-inchiesta del periodico Nature, dai risultati impressionanti:

  • il peso cumulato dei materiali come il cemento, i metalli, la plastica, i mattoni e l’asfalto ha superato il peso complessivo della massa vivente (compresi gli 8 mld di persone),
  • nonostante la crescente quantità di piante coltivate, la massa persa per deforestazioni, gestione delle foreste e le modifiche nell’uso del suolo è ampiamente superiore a quella esistente,
  • la quantità di plastica presente sulla terra oggi è il doppio della massa di tutti gli animali messi insieme,
  • la quantità di cemento, mattoni e asfalto è superiore al 50% alla massa di tutte le piante.

Lo scenario è incredibile. È negativo, certamente, ma non lascia intravvedere e parlare della vita dell’ambiente manomesso, lo scopo vero di questo Festival del Pianeta Terra. La vita dell’ambiente è stata celebrata a Lucca in una quattro giorni dal 6 al 9 ottobre con 150 eventi, alla quale hanno partecipato premi nobel, storici, architetti, economisti, scrittori, artisti e sportivi, che hanno unito le loro analisi negative sulla salute dell’ambiente alla vita di ogni singola specie vivente che deve essere, appunto, difesa. Impossibile seguire tutti gli eventi, ne abbiamo frequentati solo alcuni per capire il senso di una sfida e di una domanda, soprattutto: come sta il Pianeta Terra?

Abbiamo capito che il Pianeta Terra, l’unico che abbiamo per viverci, non sta né bene né male, si modifica, si adatta. Siamo noi, gli uomini sapiens, che stiamo male, sicuramente peggio di lui.

Riporteremo allora nei prossimi articoli i principali dialoghi ascoltati, che nella loro gravità sono stati essenziali, se volete anche leggeri, alcuni dei quali accompagnati da musiche pertinenti che hanno aiutato un pubblico numeroso a sdrammatizzare senza sminuire lo scenario che stiamo affrontando. Le sessioni principali erano frequentate da più di 1.000 persone contemporaneamente, nei luoghi più significativi di Lucca a testimoniare che dove c’è qualità dell’informazione (gli eventi) c’è un pubblico molto attento a riceverla e a discuterla. Stefano Mancuso dice che si può costruire una vera e propria comunità su questi eventi e sul loro risultato, Laterza e la Fondazione Cassa di Risparmio e la Sofidel di Luigi Lazzareschi si dicono soddisfatti e pronti a proseguire nella future edizioni.

Dal punto di vista della comunicazione è necessario sottolineare che non serve fare eventi solo a Milano o Roma o Firenze, ma anche nelle città minori, in questo caso Lucca, dove esistono, nonostante tutto, migliaia di persone desiderose di capire gli scenari economici, filosofici e ambientali che stiamo vivendo.

Ve ne daremo conto.