Bologna – C’è aria di svolta per Bio-on, azienda produttrice di bioplastiche arrivata a valere più di un miliardo in Borsa e fallita nel dicembre 2019. Sembra infatti che ci sia un compratore interessato a rilevare la ex start up, mettendo sul piatto un’offerta da 17 milioni di euro (più dei 13,4 milioni dell’ultima base d’asta) per rilevare l’intero pacchetto, comprensivo di impianto produttivo, laboratori e magazzini, portafoglio brevetti, partecipazioni azionarie e beni mobili. Si tratta della Maip di Settimo Torinese, gruppo attivo nel settore dei polimeri. Per questo motivo, l’ottava asta, in programma il 14 settembre scorso, è stata sospesa. Ora curatori, creditori e tribunale dovranno valutare l’offerta, per accettare o migliorare la proposta di concordato. L’ex start up fondata da Marco Astorri era arrivata a valere più di un miliardo sul segmento Aim di Piazza Affari ed è crollata in pochi mesi dopo che il fondo Quintessential l’ha attaccata pubblicando un dossier con cui l’accusava di essere “un castello di carte”, con bilanci falsati e prodotti le cui qualità venivano “gonfiate”. A dicembre 2019 è arrivato il fallimento. Poi sono iniziate le vendite all’asta, con sette tentativi andati a vuoto con una base ribassata a poco più di 13milioni, cifra ben lontana dai 95 milioni di euro fissati per la prima asta nel maggio dello scorso anno. “Si inizia a vedere la luce in fondo al tunnel”, commenta Vittorio Caleffi, segretario generale Uil. “Lo strumento del concordato è articolato ma consente di gettare le basi per ripartire con un progetto industriale di enorme valore. Ci attiveremo appena chiuso il percorso in tribunale per avere garanzie sia sulla tenuta degli ammortizzatori sociali che sulle modalità del graduale rientro per il personale ancora in forza”.