Milano – Ridurre il cuneo fiscale per aumentare il potere di acquisto delle famiglie italiane, permettendo loro di fronteggiare i rincari che si sono abbattuti sul carrello della spesa. È questa la proposta avanzata da Francesco Mutti, presidente di Centromarca, sulle pagine del Sole 24 Ore. Finora le aziende dei beni di largo consumo sono infatti riuscite, anche se con fatica, a gestire i rincari legati a materie prime, energia, fertilizzati e commodities, ma la situazione è ormai insostenibile e i rincari andranno trasferiti a valle. “Le aziende sono molto efficienti, fattore comune che fino a oggi ci ha permesso di procrastinare gli aumenti, ma ora inevitabilmente i produttori dovranno trasferirli”, spiega Mutti al quotidiano di Confindustria. “Senza il trasferimento degli aumenti si rischia un’ulteriore contrazione dei margini creando le condizioni per un indebolimento delle imprese”. Da non sottovalutare poi l’arrivo dell’autunno, che porterà con sé un’ulteriore crescita dei costi industriali, nuovi listini e un calo nel potere d’acquisto. A cui si aggiunge l’inflazione che, spiega Mutti, “quando raggiunge il 7-8% diventa come un animale da domare perché impoverisce i ceti meno abbienti e depaupera ricchezza”. Da qui la proposta di eliminare l’Iva sui beni di largo consumo per un certo numero di mesi. Una misura fondamentale, prosegue il presidente di Centromarca, per “favorire lo sviluppo dei consumi e delle imprese”.