È in vigore dal 28 maggio la Better Enforcement and Modernisation Directive, che aggiorna la normativa sulle vendite online. Specie in materia di sconti, recensioni, responsabilità del fornitore e diritti del consumatore.

Di Annalisa Pozzoli

Offerte speciali, prezzi imperdibili, sconti irrinunciabili. Se quando va a fare la spesa, il consumatore medio nella maggior parte dei casi ha imparato a riconoscere la vera convenienza dagli specchietti per le allodole, online la situazione è ancora piuttosto fumosa. Tra siti, banner, prezzi gonfiati e poi ridotti, pop-up che appaiono in funzione della profilazione dei propri dati da parte dei siti visitati, offerte in evidenza perché è stato pagato uno spazio pubblicitario, a volte è difficile orientarsi.

Per fare maggiore chiarezza è recentemente entrata in vigore una nuova serie di normative europee che vogliono regolare meglio, e più efficacemente, l’e-commerce. La Better Enforcement and Modernisation Directive, approvata a novembre 2019 e in vigore dal 28 maggio scorso, propone norme più forti a tutela dei consumatori, proteggendoli da pratiche commerciali scorrette, e aggiorna gli strumenti già disponibili per affrontare le nuove sfide dei mercati digitali. Ma quali sono le novità rispetto al passato?

In primo luogo, un’identificazione più precisa del venditore, che è ora obbligato a dichiarare se è un professionista o un altro consumatore (nel qual caso le nuove regole non sono applicabili). Oltre a questo, deve fornire i dati su chi sia il responsabile della consegna e di eventuali resi. In più, vengono applicate maggiori tutele in tema di elaborazione dei dati degli acquirenti. E se i fornitori sono obbligati a fornire informazioni su se stessi e sulle caratteristiche del servizio offerto, ai compratori è garantito il diritto di recesso entro 14 giorni dall’acquisto.

Un altro capitolo importante nell’aggiornamento della normativa riguarda i cosiddetti ‘best deal’: quando un affare è davvero un affare? Se fino ad ora era piuttosto difficile da stabilire, adesso i venditori dovranno certificare per legge ogni loro affermazione sugli sconti, prendendo come riferimento il prezzo più basso di quel bene o servizio negli ultimi 30 giorni. E che cosa accade quando si verificano pratiche commerciali scorrette? In questo caso, i consumatori hanno diritto al risarcimento, alla risoluzione del contratto e ad altre azioni compensative. Le sanzioni si fanno più pesanti, poi, se le infrazioni sono transfrontaliere e causano un danno di massa: qui le multe possono arrivare fino al 4% del fatturato del venditore, oppure fino a 2 milioni di euro, nel caso in cui le informazioni sul giro d’affari non dovessero essere disponibili.

Un fenomeno piuttosto diffuso online è quello relativo alla ‘doppia qualità’ dei prodotti. Capita che alcune merci vengano vendute in confezioni identiche o simili, ma abbiano una composizione o caratteristiche diverse a seconda del paese Ue in cui vengono commercializzate. In base alla nuova normativa, le autorità potranno fermare con maggiore facilità queste pratiche, evitando che i consumatori siano portati a credere di comprare lo stesso prodotto, quando in realtà si tratta di qualcosa di diverso.

Con le nuove tecniche di profilazione degli utenti, il marketing ha una freccia in più al proprio arco per raggiungere i consumatori potenzialmente interessati a un determinato prodotto. Il trattamento dei dati personali è soggetto a una rigida normativa di carattere europeo, in vigore in Italia dal 2018. Ma la nuova Better Enforcement and Modernisation Directive compie un ulteriore passo in avanti: si propone di regolamentare le oscillazioni del prezzo di quelle offerte rivolte a consumatori specifici sulla base degli algoritmi e della loro profilazione. Chi acquista, quindi, non solo sarà informato sul fatto che l’offerta è a lui riservata con un prezzo speciale (che può anche essere stato gonfiato), ma verrà anche a conoscenza del motivo per cui un determinato prodotto compaia prima di altri. È più pertinente alla ricerca? È più economico? Oppure si tratta semplicemente di un’inserzione a pagamento? La nuova regolamentazione si propone di fare chiarezza su questo punto cruciale, portando a una maggiore consapevolezza nel processo di acquisto.

Infine, il fenomeno delle ‘fake reviews’. Le recensioni false sono una piaga per molti siti di e-commerce. Per far fronte a questo problema, l’Unione europea non solo ha vietato la loro pubblicazione o manipolazione, ma ha stabilito l’obbligo di informare sulle misure adottate per garantire che i commenti degli utenti siano veritieri, e che ad esempio siano solo i consumatori che hanno effettivamente acquistato sul sito a pubblicare le loro recensioni.