Il neoeletto presidente di Assocasa, Roberto Ferro, ha presentato ieri i dati dell’Osservatorio sulla detergenza. Un comparto che, dopo il boom della pandemia, si ridimensiona. Ma resta in crescita sul 2019.

Chiudere un anno con un -2,7% a valore non piace a nessuno. Ma la delusione è meno forte se la frenata è il risultato di un rimbalzo nei confronti di un periodo eccezionale. E’ quanto accaduto per il comparto del cura casa, i cui dati sono stati presentati ieri, 26 maggio, in occasione dell’Assemblea annuale di Assocasa. Momento in cui l’Associazione nazionale detergenti e specialità per l’industria e per la casa (parte di Federchimica) ha anche rinnovato gli organi direttivi.

Il neoeletto presidente, Roberto Ferro (leggi qui), in carica per il triennio 2022-2025, ha introdotto l’ultimo Osservatorio sulla detergenza realizzato in collaborazione con NielsenIQ. Un report da cui emerge appunto che, nell’anno terminante il 3 aprile 2022, le vendite a valore sono state pari a 3,6 miliardi di euro, per un calo annuo del -2,7%. Si tratta della prima flessione dopo anni di crescita, sostenuta anche dalla pandemia, che ha costretto in casa il mondo intero, concedendo più tempo per occuparsi delle faccende domestiche.

Analizzando infatti l’andamento del comparto negli ultimi anni si nota il cambiamento. Nell’anno terminante in agosto 2019 il cura casa segnava complessivamente un +0,9% a valore, registrando al 24 novembre 2019, un giro d’affari di 3,47 miliardi di euro. Era invece pari a 3,72 miliardi il valore del mercato dell’anno terminante al 22 novembre 2020, per una crescita del 7,5%. In particolare, lo scoppio della pandemia aveva tramutato le vendite da un +1,3%, fatto segnare dal 30 dicembre 2019 al 16 febbraio 2020, a un +17,8% nel periodo successivo (dati al 17 maggio 2020). Nell’anno terminante il 28 febbraio 2021 il trend registrava un +7% a valore. Mentre le performance già rallentavano in agosto 2021, con un fatturato stabile su base annua a 3,645 miliardi di euro. Più facile quindi, dopo l’emergenza, che il mercato si sgonfi, arrivando al -2,7% calcolato per i 12 mesi terminanti al 3 aprile 2022 e un fatturato fermo a 3,607 miliardi di (-100,4 milioni su base annua). Una performance che resta comunque in crescita sul 2019.

Un calo dovuto soprattutto ai detergenti che, con un peso del 55%, hanno perso 66 milioni di euro per una flessione del -3,2%. Perdono 19 milioni (-4,4%) i preparati disinfestanti e 23 milioni (-13,5%) le altre tipologie di prodotto, esclusi i coadiuvanti del lavaggio e i prodotti per la manutenzione che, invece, segnano rispettivamente un +0,5% (crescendo di 3,6 milioni) e un +1% (con 4,6 milioni in più), ma che non riescono a risollevare il risultato complessivo del settore.

A livello di store format, solo i drugstore (con una quota del 29,9%) registrano un fatturato in crescita del 2,7%. La performance peggiore, invece, è appannaggio dei liberi servizi: piccoli negozi, generalmente di vicinato, che sono stati prediletti (anche per obbligo di legge) durante l’emergenza e ora soffrono il ritorno alla normalità (-9,2%). A -4,7% i supermercati e -4,3% gli ipermercati, che in realtà migliorano la performance rispetto a ottobre 2021. Un po’ meglio, ma sempre negativo, il canale discount (-2,9%).

Segno negativo a valore in tutte le aree Nielsen. Si va dal -4,7% dell’Area 2 (Nord Est), al -0,5% dell’Area 4 (Sud e Isole); passando per il -4,2% dell’Area 1 (Nord Ovest) e il -1,4% dell’Area 3 (Centro).

Sul prossimo numero di HC Home Care pubblicheremo un’analisi approfondita, con gli andamenti delle diverse tipologie di prodotto.