Faccia a faccia tra Angelo Frigerio, Luigi Rubinelli e Giorgio Santambrogio, Ad di Gruppo VéGé. Focus su distribuzione, Mdd, richieste di aumento dei listinie altro ancora. L’abstract di un Mezzogiorno di fuoco serrato e senza sconti.

di Aurora Erba

Mercoledì 26 gennaio, alle ore 12.00, sul canale YouTube di Tespi è andato in onda l’ottavo appuntamento di ‘Mezzogiorno di fuoco’, il format online che racconta di mercato e dintorni. Un ring virtuale: da una parte, il nostro direttore Angelo Frigerio (AF) insieme al noto giornalista Luigi Rubinelli (LR); dall’altra Giorgio Santambrogio (GS), Ad di Gruppo VéGé. Ecco com’è andata.

LR: All’inizio di gennaio abbiamo pubblicato il Pagellone della Gdo. Ha ricevuto tantissimi like, commenti e condivisioni. In totale abbiamo superato le 300mila visualizzazioni. Ti si sono rizzati i capelli quando hai letto la scheda di VéGé?

GS: La percezione che ho avuto del vostro Pagellone è molto simile a quella che ho, ogni giorno, quando leggo il pagellone di Mario Sconcerti sul Corriere della Sera. Sconcerti non si discute. Anche con il vostro Pagellone è stato così. È una grandissima operazione di marketing, quindi chapeau.

AF: La distribuzione concederà gli aumenti di listino, visti i recenti rincari di materie prime ed energia?

GS: Rispondo in qualità di membro di Aicube. Noi stiamo concedendo gli aumenti di listino, stiamo incontrando da fine novembre tutti i fornitori, molti dei quali in presenza. Mi rendo conto di quanto incida il costo dell’energia elettrica sulla produzione. E sono consapevole anche del fatto che le materie prime aumentano, così come i fertilizzanti, il packaging, i noli, i container e quant’altro. Queste negoziazioni e questi giochi di ruolo stanno però incrementando un altro fenomeno che non mi piace tanto. Sto parlando della ‘shrink flession’ o sgrammatura. Accade che, di fronte agli aumenti di listino, alcune aziende continuino a sgrammare i prodotti, chiedendo a noi di non cambiare il prezzo. Non va bene.

LR: Quali le aziende che sgrammano?

GS: Ferrero con Nutella, Barilla con la nuova pasta trafilata al bronzo, Fage per gli yogurt.

AF: Nei vostri proclami sottolineate spesso che le Pmi sono l’asse portante del Paese. Cosa fate per loro?

GS: Il settore della distribuzione è destinato ineluttabilmente a concentrarsi. Nell’industria, complici anche i cambiamenti legati alle abitudini di acquisto dei consumatori nel periodo di pandemia, ci sarà invece molto più spazio per le Pmi che fanno prodotti di qualità, legati al territorio. VéGé, con i suoi 3.800 pdv dislocati in tutta Italia, valorizza le Pmi.

LR: Come si fa a tenere insieme aziende e imprenditori totalmente diversi tra loro?

GS: All’interno di VéGé non ci sono solo imprese con formati diversi. Abbiamo categorie differenti, come il drug e il non drug. Ma anche insegne, culture, dimensioni e geografie diverse. Non è facile. Qualche tempo fa, qualcuno disse: “Viva l’omologazione, abbasso il minestrone!”. Assolutamente no. Certo, è difficile gestire così tanti stimoli diversi, derivanti anche da culture imprenditoriali differenti. Ecco perché all’interno di VéGé non vigerà mai la mono-insegna.

AF: Qualche settimana fa, Francesco Pugliese ha detto che vuole arrivare al 35% di Marca del distributore. Qual è il tuo parere?

GS: La mia idea, forse errata, è che la Mdd è uno strumento che permette di aiutare nel medio periodo la marginalità e la profittabilità di un pdv. Ma se devo esasperarla ed esacerbarla perché devo avere anche la guacamole a marchio, non mi sembra corretto. Non bisogna per forza avere in ogni categoria la Mdd mainstream, quella premium, il primo prezzo e la funzionale.

AF: Fonti ben informate mi dicono che qualcuno sta facendo scouting per far aderire alcune aziende a Confcommercio. Qual è la verità?

GS: Non so se qualcuno stia facendo scouting. In Federdistribuzione, però, stiamo lavorando da settimane a un progetto che si chiama ‘Unire’. Unire vuol dire cercare di capire quali sono le esigenze comuni. Dobbiamo prima avere un progetto che unisca la Gd e che la inviti a non avere paura della digitalizzazione e di Amazon, anche facendola entrare nelle associazioni.

LR: Farete quindi entrare Amazon in Federdistribuzione?

GS: Ci sono in corso dei colloqui.

AF: Quando tornerete a ricevere i fornitori in presenza?

GS: Ci sono già.

LR: Perché le vostre aziende comunicano così poco, a livello cartaceo e online?

GS: Vedrai pochissima comunicazione da parte di alcune delle nostre associate, ma dipende dal carattere riservato dell’imprenditore che la dirige.

LR: Siccome siete dei retailer, dovete comunicare numeri di pdv, mq e fatturato per canale. Non lo fa quasi nessuno. Perchè?

GS: Spesso ai fornitori non frega niente di questi dati. L’importante per loro è vendere, chiudere il contratto e avere un accordo. Ad alcuni forse interessa dove va la merce, ma ad altri no. È più una preoccupazione della business e della media community. Ma può anche essere che ci sia poca capacità di discernimento tra la mole di dati a disposizione. Detto questo, nel 2022 mi impegnerò sicuramente a comunicare più dati di produttività, numerica e dimensione dei pdv (anche con un approfondimento di singole categorie) per quanto riguarda VéGé.

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