Londra (Uk) – Una revisione aziendale che potrebbe costare 1.500 posti di lavoro in Unilever. La multinazionale ha infatti avviato un piano di ristrutturazione, che prevede una riduzione del 20% sulla forza lavoro nel mondo. Di cui un 15% riguarda le posizioni dirigenziali senior e il 5% quelle junior. Un processo graduale legato alla recente necessità di migliorare i guadagni. In parallelo, il portafoglio prodotti non sarà più suddiviso in tre categorie, ma in cinque. Nel dettaglio: Beauty & wellbeing, Personal care, Home care, Nutrition and Ice cream. Una svolta che ha portato a diversi cambiamenti tra le posizioni ‘top level’. Il Ceo di Unilever, Alan Jope, ha spiegato: “La nostra nuova modalità organizzativa è stata sviluppata nel corso dell’ultimo anno ed è progettata per proseguire il successo che stiamo registrando nel business. Il passaggio a cinque segmenti aziendali incentrati sulle categorie ci consentirà di essere più reattivi alle tendenze dei consumatori, dei canali, del delivery”. In particolare, Sunny Jain, prima presidente della divisione Beauty & Personal Care, si dedicherà ora alla creazione di un fondo d’investimento dedicato ai megatrend tecnologici. In quest’ottica di separazione, la divisione Beauty & wellbeing è stata affidata a Fernando Fernandez, attuale vicepresidente di Unilever per l’America Latina. Il comparto ‘bellezza e benessere’ comprende articoli per capelli, per la cura della pelle e i prodotti Unilever Prestige. Mentre, Fabian Garcia, attuale presidente per il Nord America, gestirà la sezione Personal care. Che include brand per la pelle (Dove), deodoranti (Axe e Rexona) e per l’igiene dentale. Il taglio del personale arriva in seguito alle pressioni da parte degli azionisti, scontenti per il trend negativo del prezzo delle azioni. Ma anche dopo il fallito tentativo di rilevare la divisione ‘consumer health’ di Gsk (leggi qui). E a poca distanza dall’annuncio dell’acquisizione di una partecipazione, nella compagine della multinazionale britannica, da parte del fondo Trian Partners. Che appartiene a Nelson Peltz, businessman americano noto per aver ‘razionalizzato’ altre società.