Modena – Dopo un 2020 lievemente frenato dalla pandemia, nel 2021 torna a crescere l’industria italiana del packaging. Con un +8% su base annua, secondo i dati preconsuntivi di Mecs-Centro Studi Ucima, l’associazione nazionale dei costruttori di macchine per il confezionamento e l’imballaggio. Il fatturato complessivo del settore supera infatti gli 8,4 miliardi di euro. Un risultato migliore anche del 2019. In fermento il mercato italiano, che con oltre 2 miliardi cresce a +18% sul 2020. L’estero, che arriva a valere 6,4 miliardi, cresce del 5%. I dati preconsuntivi aggregati di Ucima, insieme ad Acimac (costruttori italiani macchine per ceramica) e Amaplast (macchine per materie plastiche e gomma) vedono un fatturato complessivo a 14,9 miliardi di euro. In crescita del +13,2%, con l’estero a 11 miliardi (+10,4%) e il mercato interno a +21,6%. Per il 2022 sono stati stimati oltre sei mesi di produzione assicurata, ma le problematiche di mercato preoccupano le imprese. Gravate da rincari elevati per materie prime, componenti ed energia, oltre che dai trasporti e dai forti ritardi nelle consegne di forniture. “Ucima sta monitorando l’aumento dei prezzi delle principali commodieties”, spiega il presidente dell’Associazione, Matteo Gentili. Il rincaro medio dei costi di produzione si attesta intorno al 30%, secondo l’Ente. “Queste tensioni di mercato devono essere riconosciute e gestite per non mettere a repentaglio lo slancio produttivo del settore e del Paese soprattutto in questa delicata fase di ripresa”, conclude il presidente. Che sottolinea l’importanza, per imprese e associazioni, di fare squadra.