Roma – Ha raggiunto il +3,8%, secondo i dati Istat, l’inflazione in Italia nel mese di novembre (era +3% a ottobre), il livello più alto da settembre 2008. +4,9% è invece il dato dell’area euro (+4,1% a ottobre), che ne fa il valore più elevato nella storia della moneta unica. D’altronde la Germania, la nazione più forte dell’eurozona, ha toccato a novembre il +6%, la Spagna si avvicina con un +5,6%, la Francia segue a distanza con +3,4%. Come riporta Il Fatto quotidiano, a incidere maggiormente sono ancora i prezzi dei beni energetici, superiori del 27,4% rispetto a un anno fa (+30,7% in Italia).  Secondo il commissario europeo all’Economia, ripreso da Repubblica, l’inflazione resterà sostenuta fino a gennaio 2022, quando poi comincerà lentamente a flettere. Di parere diverso il  presidente  della  Fed, Jerome  Powell, che di fronte alla Commissione bancaria del Senato Usa lo ha definito un  buon  momento per smettere di usare la parola  ‘transitoria’  per  quanto  riguarda  l’inflazione,  visto che il  termine  ‘transitoria’ si  riferisce  a  un’ inflazione  che  non  lasci  segni  permanenti  sui  prezzi. Powell ha poi suggerito che “sarebbe appropriato valutare una riduzione dei nostri acquisti di titoli, cosa che abbiamo già annunciato, con qualche mese di anticipo”. La Fed ha infatti adottato un piano di riduzione da 15 miliardi di dollari al mese. Per il momento, tuttavia, le famiglie dovranno fare i conti con un significativo rincaro del costo della vita che, per l’Italia, l’Unione nazionale dei consumatori (Unc) ha valutato in 1.346 euro di meno, a fine anno, tra spese alimentari e non per una famiglia di quattro persone.