Milano – Se nel 2019 un container da 20 piedi (6 metri) costava 1.500 dollari (circa 1.330 euro), nel 2020 il valore è salito a 3mila dollari per raggiungere, nel 2021, i 4mila dollari circa. Stessa parabola per quelli da 40 piedi (12 metri), passati da 2.800 (2019) a 5.800 (2020) a 6.400 dollari (2021). A riportarlo è Italia Fruit News, sulla base dei dati forniti da Hapag Lloyd, una delle maggiori compagnie navali tedesche. “Ma in certi casi si arriva anche a 16mila dollari (oltre 14mila euro)”, si legge sul portale. La situazione del traffico navale mondiale sembra quindi lontana da un ritorno alla normalità. E merci di tutti i tipi, incluse quelle fresche, stazionano per settimane nei porti per mancanza di spazio sulle navi, carenza di container e ritardi. Nel 2020, per la prima volta dal 2010, la movimentazione mondiale di container è calata dell’1,2% sull’anno precedente. Le maggiori riduzioni nei volumi di traffico container si sono registrate in Regno Unito (-15%), Filippine (-14,9%), Francia (-13,0%), Sud Africa (-12,3%), Canada (-10,2%), Messico (-9,2%), Germania (-8%) e Italia (-3,2%). Diverso il discorso della Cina. Come riporta l’Ansa, nei primi 10 mesi del 2021 il flusso di container nei porti cinesi è cresciuto dell’8,4% sull’anno precedente. Da fine ottobre, inoltre, il Paese asiatico – primo produttore mondiale di container – ha disattivato i localizzatori di traffico marittimo che consentono di ‘tracciare’ gli spostamenti delle navi cargo, che sono così scomparse dai radar dell’Automatic identification system (Ais), il sistema di monitoraggio internazionale. Da allora, i segnali inviati dalle navi in acque cinesi sono scesi da 15 milioni al giorno a solo 1 milione.