Crack Veneto Banca: cade in prescrizione, per “carenza di risorse”, l’accusa di aggiotaggio a carico di Vincenzo Consoli

2021-10-27T09:54:18+02:0026 Ottobre 2021|Attualità, Mercato|

Treviso – “È un fallimento dello Stato”. Così Massimo De Bortoli, pm nel processo per il crack Veneto Banca, commenta la prescrizione per l’accusa di aggiotaggio a carico di Vincenzo Consoli, ex Amministratore delegato dell’istituto di credito, in liquidazione coatta amministrativa dal 25 giugno 2017. “Se avessimo avuto più risorse, il processo si poteva fare prima. Se io, per più di un anno, non avessi dovuto fare il procuratore facente funzioni (Michele Dalla Cosa è in pensione dall’autunno del 2020, ndr), si poteva fare prima […] Ma se mancano le risorse è evidente che questi sono i tempi. Poi c’è stato il disguido del processo andato e tornato da Roma. È un fallimento dello Stato”, spiega De Bortoli a margine dell’udienza, come riporta Il Fatto Quotidiano.

Quella di aggiotaggio è tuttavia solo una delle accuse a carico di Consoli, insieme ad ostacolo alla vigilanza e falso in prospetto. Che loro volta rischiano di cadere in prescrizione il prossimo 25 dicembre. “A Treviso siamo 10 sostituti su 13 della pianta organica, non abbiamo il procuratore, abbiamo carenza di personale amministrativo e carenze di personale di polizia giudiziaria”, spiega ancora il pm. Gli altri due filoni aperti del processo, ricorda il quotidiano, sono quello per associazione per delinquere finalizzata alla truffa (da 100 milioni di euro) a carico di un gruppo di manager della banca; e quello relativo alla bancarotta fraudolenta, “al momento arenato in attesa che la Cassazione decida su un ricorso riguardante la dichiarazione di stato di insolvenza della banca”. All’esterno del Tribunale, un gruppo di persone ha manifestato con al collo cartelli con la scritta ‘Risparmiatore veneto’ e ‘Giustizia negata’. Ad oggi, a fronte di 100mila pratiche presentate, il Fondo indennizzo risparmiatori (Fir) ne avrebbe evase solo 40mila.

Torna in cima