Lomazzo (Co) – Chiude la Henkel di Lomazzo. A nulla sono serviti gli sforzi di sindacati, politici e istituzioni (leggi qui). Dopo l’annuncio di febbraio, infatti, la multinazionale non si è mai dimostrata aperta al dialogo. Eppure il consigliere regionale M5s, Raffaele Erba, ha dichiarato a Ilgiorno.it: “Giovedì 1 luglio ho chiesto un’audizione (alla commissione Attività produttive del Pirellone, ndr) per affrontare l’apertura formale della preannunciata crisi”. Il timore è che lo sblocco dei licenziamenti permetta alle multinazionali di tagliare il personale e massimizzare i profitti. Secondo Erba: “Lo scenario che si aprirà sarà decisamente critico. La Henkel non ha definito un percorso graduale per scongiurare licenziamenti di massa. Abbiamo trovato davanti un muro invalicabile. Ogni tentativo di mediazione precedente con la proprietà è rimasto inascoltato”.

L’impianto di Lomazzo produce con numeri in attivo dal 1933. E impiega oltre 150 persone, tra dipendenti diretti, indotto e personale da cooperative. “Esprimo un profondo rammarico per i lavoratori, le famiglie e per il tessuto economico sociale locale”, ha commentato al Corriere di Como il deputato canturino Nicola Molteni, sottosegretario al Ministero dell’interno nel Governo Draghi. “Ora lo sforzo va al ricollocamento dei lavoratori in un momento che si avvia verso la ripresa ma con ancora tantissime difficoltà economiche. Come governo metteremo in campo tutti gli strumenti indispensabili per aiutare il Paese e il mondo del lavoro a risollevarsi”. Dalla stampa locale, però, si apprende che Sindacati e Confindustria hanno spiegato che gli esuberi potrebbero in grande parte essere ricollocati in aziende del settore o in altre sedi Henkel in Italia. A preoccupare, però, è anche il futuro dell’impianto di viale Como. Un’area industriale da riconvertire nel centro del paese, a due passi dal centro storico.