Direttiva Sup (3). Antonio D’Amato (Gruppo Seda): “Sento sempre più forte un vento di fondamentalismo ambientalista”

2021-06-10T17:17:40+02:009 Giugno 2021|Attualità, Home Care, Mercato, Personal care, Tech|

Arzano (Na) – In un’intervista a Repubblica Antonio D’Amato (foto), esprime tutta la sua preoccupazione per la deriva fortemente ideologica del Green Deal europeo. Che “è fondamentale per la salvezza del pianeta. Ma c’è il rischio che si trasformi in un black deal se non si interviene in tempo”. Il Ceo del Gruppo Seda, colosso campano del packaging, ed ex presidente di Confindustria (2000-2004), spiega: “In Europa si stanno confrontando due visioni: quella fondamentalista e quella che vuole rendere possibile la sostenibilità del pianeta, ma senza perdere di vista il fatto che l’economia europea deve restare forte e competitiva”.

E in merito alle nuove linee guida della Direttiva Sup sulle plastiche monouso (leggi qui), aggiunge: “La Single use plastics directive è stata approvata per eliminare i 10 prodotti in plastica più comunemente trovati nei mari e sulle spiagge. Le linee guida, che sono una soft law non vincolante, hanno poi esteso arbitrariamente il perimetro originario della Direttiva includendo il packaging monouso, di qualunque materiale esso sia costituito, anche se perfettamente sostenibile”.

Il riferimento di D’Amato è rivolto, in primis, ai prodotti monouso in carta. “Che vengono riciclati per oltre l’86% e sono riutilizzabili fino a 7-8 volte”. Ragion per cui “affermare in maniera apodittica che il pluriuso è comunque e sempre meglio del monouso può avere un impatto ambientale disastroso. La scienza ha dimostrato che le stoviglie riutilizzabili emettono Co2 in misura 3-4 volte superiori al monouso in carta. Fanno consumare il triplo di acqua potabile, immettono in ambiente detersivi e microplastiche ed emettono particolato in misura quattro volte superiore”.

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