Palermo – Cinque anni di reclusione. È la pena che dovrà scontare Giuseppe Ferdico, considerato una sorta di ‘re’ nel settore dei detersivi con i negozi del gruppo Ferdico. La Corte d’Appello di Palermo ha confermato la colpevolezza dell’imprenditore, che avrebbe fittiziamente intestato i beni della società Fenicestore. Mentre è stato scagionato dalla stessa accusa in riferimento all’altra società coinvolta, Ariaperta. Ferdico aveva costruito un impero con la distribuzione in larga scala di detersivi e prodotti per la casa. Il suo patrimonio, stimato in 400 milioni di euro, era stato confiscato nel 2012 per concorso esterno in associazione mafiosa (condanna confermata nel 2019). Comprendeva terreni, ville e appartamenti, oltre alle Srl Ferdico, Gv, Feda, G&O supermercati, 3Effe e Sole distribuzione. Lo scorso anno, però, la sesta sezione della Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso degli avvocati, ha annullato con rinvio la sentenza. Il nuovo processo si terrà nei prossimi mesi.

Nonostante la confisca subita, secondo la Procura antimafia e il tribunale, Ferdico avrebbe continuato a gestire i beni grazie alla complicità di alcuni prestanome. Anch’essi condannati: Pietro Felice (che risponde anche di estorsione), Antonino Scrima e Francesco Montes. Assolto invece l’ex amministratore giudiziario Luigi Miserendino. I legali hanno annunciato il ricorso in Cassazione.