Cincinnati (Usa) – Sembrava un semplice accordo commerciale. Ma si è presto trasformato in un caso internazionale. Certo, i protagonisti sono d’eccezione. L’ex duca del Sussex, Henry, con la consorte Meghan, hanno annunciato la scorsa settimana una partnership globale pluriennale fra la loro Archewell Foundation e Procter&Gamble. Obiettivi? Il sostegno dei diritti civili, la parità di genere e l’inclusività. La fondazione persegue infatti lo scopo di “costruire comunità più compassionevoli” che riservino un futuro più “giusto per donne e ragazze”. L’alleanza con la multinazionale statunitense ha però sollevato un polverone. Diversi i motivi. Intanto, la società di beni di consumo è stata a volte additata per via del rapporto controverso con il lavoro minorile e forzato o con la sperimentazione animale. Si contesta poi la poca coerenza di Meghan. Che a soli 12 anni aveva criticato pubblicamente P&G, in un’intervista a Nick News (guarda qui), per una pubblicità di detergente piatti definita “molto sessista”. Infine, secondo quanto riportato dal Mail On Sunday, la coppia è criticata per aver compiuto una scelta ‘razzista’. Perché P&G non avrebbe ancora dismesso (come hanno fatto altre multinazionali), la vendita di creme schiarenti per la pelle in alcuni mercati di Asia e Africa. Prodotti che associano la pelle chiara all’high society e quella scura alle classi ‘meno abbienti’. Un’accusa pesante, soprattutto dopo che Meghan, nell’intervista rilasciata a Oprah Winfrey, ha dichiarato che il colore della pelle del figlio Archie è stata la causa della rottura con la famiglia reale.