Roma – Cashback verso l’addio. Il provvedimento, fortemente voluto da M5S, potrebbe essere archiviato dal governo Draghi. La Corte dei conti, infatti, nella sua memoria sul Def, aveva rilevato “l’esigenza di una migliore finalizzazione e articolazione” della misura. Così da “evitare la dispersione di risorse con l’incentivazione di operazioni in settori ove non si registrano significativi fenomeni di omessa contabilizzazione dei corrispettivi o nei quali il pagamento mediante carte di credito o di debito è da tempo invalso nell’uso”. In altri termini, l’attuazione lascia alquanto a desiderare e sarebbe opportuno concentrare la misura in settori dove sono “più probabili fenomeni di occultamento”. Altra tegola sul cashback è l’esclusione dal Recovery fund. Che significa la necessità di reperire 5 miliardi di euro con fondi nazionali. Tra i favorevoli all’interno dell’esecutivo c’è però Laura Castelli, viceministro dell’Economia, che dichiara ad Affari&Finanza di Repubblica: “I dati raccolti dimostrano che il cashback sta radicalmente cambiando le abitudini degli italiani, sono infatti aumentati del 34% i pagamenti digitali di piccoli importi (cioè sotto i 10 euro) e del 56% quelli effettuati presso i negozi di prossimità”.