Bologna – Tutelare la Terra e i suoi ecosistemi è fondamentale per contrastare la deriva climatica e proteggere la salute dell’uomo e dell’ambiente. Questo il pensiero di FederBio, che sottolinea l’importanza di coltivare secondo il metodo biologico utilizzando solo sostanze di origine naturale. Con il divieto di impiego di prodotti di sintesi chimica, mantenendo la fertilità dei terreni e la conservazione della biodiversità. Secondo un recente studio dell’Università di Sydney, infatti, il 64% dei terreni agricoli mondiali è a rischio di inquinamento da pesticidi.
I ricercatori hanno analizzato il potenziale di inquinamento per il suolo, l’atmosfera, le acque superficiali e sotterranee in 168 paesi. Causato da 92 sostanze chimiche comunemente utilizzate nei pesticidi agricoli (59 erbicidi, 21 insetticidi e 19 fungicidi). Riscontrando che il 61,7% dei terreni agricoli europei rientra tra quelli ‘ad alto rischio’. “L’agricoltura intensiva, la monocoltura, l’uso di diserbanti e concimi chimici di sintesi sono tra gli elementi che più impoveriscono il terreno”, ha dichiarato Maria Grazia Mammuccini, presidente FederBio. “Serve l’adozione di un nuovo paradigma di produzione basato sulla transizione agroecologica, per preservare la fertilità della terra”.