Roma – Nell’anno della pandemia, il numero di famiglie che si trovato in povertà assoluta tocca quota 2 milioni. Un dato in crescita di 335mila unità rispetto al 2019, che porta la percentuale sul totale al 7,7% (era il 6,4%). Per un numero complessivo di individui pari a circa 5,6 milioni: 1 milione in più rispetto all’anno precedente. L’aumento maggiore lo si registra al Nord e riguarda 218mila famiglie per un totale di 720mila persone. È quanto evidenziano le stime preliminari dell’Istat, che lo definisce il peggior incremento registrato degli ultimi 15 anni, ovvero dal 2005. Questo dato annulla così i miglioramenti registrati nel 2019: primo anno in cui l’indicatore si era ridotto significativamente, dopo quattro anni consecutivi di incremento. L’aumento della povertà assoluta si inquadra nel contesto di un calo record dei consumi, su cui si basa l’indicatore di povertà. Secondo le stime, nel 2020 la spesa media mensile è tornata ai livelli del 2000 (2.328 euro, -9,1% rispetto al 2019). Rimangono stabili solo le spese alimentari e quelle per l’abitazione mentre crollano del 19,2% quelle per tutti gli altri beni e servizi.