Si aggrava la crisi dell’azienda gestita dalla famiglia Conter. Da mesi non vengono pagati gli stipendi. I sindacati hanno proclamato uno sciopero per sabato. E sul futuro regna l’incertezza. La visita al punto vendita di Rovato (Bs).
Di Federico Robbe
Siamo tornati sul luogo del delitto. E la situazione è sempre peggio, tra scaffali deserti e lavoratori preoccupati, da troppo tempo senza retribuzioni. Con in più i vertici dell’azienda che sembrano svaniti nel nulla. All’Interspar di Rovato (Brescia), nulla lascia presagire che la situazione del Gruppo L’Alco, 750 dipendenti, migliorerà a breve.
Per questo tremano gli addetti dei 44 punti vendita a marchio Despar, Eurospar, Interspar e Alta Sfera. E i sindacati sono sul piede di guerra: Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil hanno infatti proclamato, in Lombardia, uno sciopero per sabato 27 febbraio.
“Dopo i proclami di presunte trattative e di voler a tutti i costi garantire la salvaguardia occupazionale e la continuità aziendale, dopo aver lasciato centinaia di famiglie senza retribuzione mettendole in ginocchio”, scrivono in una nota Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil della Lombardia, “è inaccettabile che il Gruppo L’Alco scompaia letteralmente nel nulla. Nessuna comunicazione o informazione sullo stato di avanzamento delle trattative di cessione, nulla sul pagamento degli stipendi e cosa ben più grave, nulla sulle retribuzioni arretrate”. Secondo le tre sigle, “il Gruppo L’Alco, nei suoi rappresentanti, deve assumersi le responsabilità! Il salario è un diritto, soprattutto a fronte della prestazione lavorata!”.
Le organizzazioni precisano anche che, vista l’emergenza sanitaria in atto, ogni presidio dovrà avere cura di osservare tutte le precauzioni e le norme sul distanziamento sociale.
Le agitazioni di domani dureranno per l’intera giornata o turno di lavoro. I sindacati ricordano ai vertici del Gruppo gestito dalla famiglia Conter di assumersi le proprie responsabilità.
Venendo alla nostra prova sul campo, il 23 febbraio, si prefigura uno scenario a tinte fosche, con una crisi che si aggrava settimana dopo settimana.
Abbiamo visitato il punto vendita di Rovato, nel bresciano, dove ha sede anche il Gruppo. Nel grande magazzino regnava il silenzio. Molti gli scaffali completamente vuoti. Moltissime le grandi aziende che non sono più presenti: Barilla, Rovagnati, Morato, tanto per citarne alcune. Con i dipendenti diligentemente al loro posto a osservare i pochi clienti (tre) che si aggiravano fra gli scaffali. Da dicembre non ricevono gli stipendi. E anche quello di febbraio è in forse. Una situazione drammatica anche perché ci sono famiglie con marito e moglie entrambi dipendenti di L’Alco.
Ma le preoccupazioni serpeggiano. Si parla di cavalieri bianchi all’opera. Fonti solitamente bene informate raccontano di emissari Conad che hanno fatto visita a 19 punti vendita fra super, iper e cash & carry. Si vocifera anche di un interessamento di Tigros, mentre pare completamente tramontata la possibilità di un ingresso di Italmark. Ma la situazione non può continuare così a lungo. Anche perché ci si chiede: cosa ne fa l’azienda di tutti quei prodotti freschi (verdura, frutta, carni, salumi, gastronomia) invenduti?