Roma – Il blocco di fiere ed eventi è stato uno dei primi effetti della pandemia. A quasi un anno dallo stop alle prime manifestazioni, il settore fieristico è ancora in forte difficoltà. Con un calo del fatturato pari all’80%. Sotto accusa la politica del governo nella gestione degli aiuti: “Sono somme adeguate, il problema è che di tutto questo pacchetto, a oggi, alle nostre imprese è arrivato poco o niente”, spiega il presidente di Aefi (Associazione enti fieristici italiani) Maurizio Danese. Solo l’1,8% dei 408 milioni stanziati è stato effettivamente erogato. Sia per l’assenza di decreti attuativi, sia perchè sono aiuti vincolati al regime de minimis degli aiuti di Stato, secondo cui ogni ente può ricevere al massimo 800mila euro. Una cifra poco significativa per i principali player come Milano, Verona, Bologna, Parma e Rimini-Vicenza.
“Il governo italiano”, prosegue Danese, “deve dimostrare di credere nel ruolo strategico delle fiere. I fondi ci sono, ma servono rapidamente i decreti attuativi per renderli disponibili ed è indispensabile ottenere da Bruxelles la deroga al de minimis, come ha fatto il governo tedesco”. In questa situazione, per tornare alla normalità pre-Covid, ovvero circa 1.000 manifestazioni di cui 224 internazionali, ci vorranno due o tre anni.